Giambattista Croci: un eroe del rugby italiano

Giambattista Croci è uno dei nomi più conosciuti nel panorama del rugby italiano. Il suo talento e la dedizione alla palla ovale lo hanno reso un punto di riferimento per molti giovani rugbisti italiani. La sua carriera, che è stata segnata da notevoli successi sia a livello nazionale che internazionale, ha preso il via indossando proprio la maglia della squadra della sua città: la Sambenedettese Rugby. 

Biografia di Giambattista Croci

Giambattista Croci è nato il 28 luglio 1965 a San Benedetto del Tronto. Con i suoi 201 cm di altezza e 100 kg di peso, ha iniziato la sua carriera sportiva nel calcio. Ben presto però, per via della sua statura imponente, è stato indirizzato verso il rugby. A 17 anni, inizia a giocare per la Sambenedettese Rugby facendo il suo debutto in serie C. A quell’età non poteva sapere che la palla ovale lo avrebbe reso celebre a livello nazionale e internazionale

Durante il servizio militare, Croci ha giocato per la rappresentativa Interforze di Napoli, Qui è stato notato dal Rovigo, uno dei club più prestigiosi a livello rugbistico in Italia. Così, nel 1988, Croci passa al Rovigo affacciandosi per la prima volta alla ribalta nazionale.

La Carriera Professionistica

Dopo una sola stagione al Rovigo, veste i panni dell’Amatori Milano. Siamo nel 1989. Con il club milanese, Croci ha vissuto gli anni più belli e gloriosi della sua carriera, vincendo tre titoli di Campione d’Italia e una Coppa Italia. La sua carriera a livello di club si conclude con un’esperienza all’Amatori & Calvisano, dove giocherà fino al suo ritiro nel 2000.

A livello internazionale, Croci ha esordito con la nazionale italiana nel 1990 totalizzando sotto la guida di Bertrand Fourcade  in una partita contro l’Unione Sovietica. Ha totalizzato 24 presenze con la maglia azzurra, segnando 13 punti. La sua carriera internazionale ha raggiunto l’apice con la vittoria della Coppa FIRA 1995-1997.

La Meta Storica del 1997

Il nome di Giambattista Croci è legato alla famosa partita del 22 marzo 1997 contro la Francia, durante la finale della Coppa FIRA 1995-97 a Grenoble. In quella partita, Croci ha segnato una delle mete più importanti e simboliche della storia del rugby italiano. La terza delle quattro segnate dall’Italia, quella del definitivo sorpasso, che ha portato l’Italia avanti 27-20. Quella partita, vinta poi dall’Italia 40-32, è stata determinante per l’ingresso del rugby italiano nell’élite internazionale.

Come ha detto Corrado Sannucci in un articolo su Repubblica: “Questa è la storia della meta più bella del rugby italiano. Forse ce ne sono state di più belle ma questa è stata anche la più importante perché è quella che ha strappato il rugby italiano dalle parrocchie per consegnarlo alla BBC”.

Il Legame con San Benedetto del Tronto

Nonostante i suoi successi a livello nazionale e internazionale, Giambattista Croci ha sempre mantenuto un forte legame con San Benedetto del Tronto, sua città natale. Dopo il ritiro, Croci ha continuato a essere un’ispirazione per molti giovani rugbisti della zona. Così, nel 2009 il comune di San Benedetto del Tronto gli ha conferito il premio “Una vita per il rugby”, riconoscendo il suo contributo al rugby italiano e il suo ruolo di ambasciatore dello sport.

Giambattista Croci non è solo un simbolo del rugby italiano, ma anche un esempio di come il talento e la dedizione possano portare al successo in tutto ciò che si fa. Il suo percorso, iniziato sui campi di periferia a San Benedetto del Tronto è ancora oggi fonte d’ispirazione per tutti i giovani atleti dell’Unione Rugby Samb.